Giovedì con l'autore

set 12. dic 5.

Presentazioni di libri e incontri con l'autore in biblioteca.

Data
12 settembre 20242024-09-12T08:30:00 - 5 dicembre 2024 2024-12-05T08:30:00
Ora
20.30 2024-09-12T08:30:00 - 20.30 2024-12-05T08:30:00
Luogo
Biblioteca civica "G. Tronchin"

GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE ALLE 20.30

Davide Busato
INDIE & ASIA. Esploratori e viaggiatori veneziani in Asia e Medio Oriente

A 700 anni dalla morte del più celebre viaggiatore veneziano, Davide Busato sarà in biblioteca per presentare la figura di Marco Polo esploratore.

In un mondo intriso di meraviglie e misteri, le strade antiche dei viaggiatori veneziani e veneti ci conducono attraverso un'epopea narrativa che esplora le epiche avventure, le sfide e le scoperte di coloro che, nel periodo dal XIII al XVIII secolo, partirono dal Veneto per intraprendere viaggi straordinari verso l'Oriente. Questo libro è un invito a immergersi nelle vicende dei coraggiosi figli della Serenissima che solcarono mari e deserti alla ricerca di tesori, conoscenza e avventura.
Da Marco Polo, leggendario esploratore, al mercante e diplomatico intraprendente Giosafat Barbaro, all'avventuriero Nicolò Manucci, fino al medico Angelo Legrenzi, questi audaci viaggiatori erano ben più che cacciatori di emozioni; erano sognatori di mondi lontani, ponti culturali tra Est e Ovest. Queste pagine si animano con diari di viaggio, antiche mappe, resoconti ambasciatoriali e dipinti del tempo, ricostruendo il panorama affascinante di un'epoca d'oro.

Presentazione a cura di Giuliana Barbiero

GIOVEDÌ 26 SETTEMBRE ALLE 20.30

Antonio G. Bortoluzzi
Il saldatore del Vajont

Sono sessanta gli anni che ci separano dal 9 ottobre 1963, la notte del disastro della diga del Vajont. Erano le 22.39 quando milioni di metri cubi di roccia e terra precipitarono in pochi istanti nell’acqua, e l’onda immensa si alzò nel cielo e annientò in pochi minuti migliaia di vite, paesi interi, storie e tradizioni secolari. Sessant’anni è anche la vita di un uomo al quale sono accadute tante cose: i giochi da ragazzino al torrente, le gite scolastiche, i libri d’avventura letti, e poi l’amore, i figli, gli amici, tutto questo dentro quarant’anni di fabbrica di cui molti vissuti nella zona industriale di Longarone, all’ombra della diga, uno scudo chiaro che però è una lapide, ancora piantata lì, in mezzo alle montagne.
Il saldatore del Vajont racconta questo tempo, attraverso l’esperienza di una visita guidata all’impianto idroelettrico – la centrale nella grotta di Soverzene, le gallerie, il corpo della diga, il coronamento, la frana del Monte Toc –, un viaggio che fa riemergere nel protagonista i ricordi della sua giovinezza contadina, memorie di famiglia e di paese, confidenze di colleghi che al Vajont hanno avuto vittime, accanto a immagini nitide e corporee della vita di cantiere e di capannone, dove la materia viene rimodellata: il calcestruzzo, la malta, la saldatura, e ancora attrezzi, ponteggi, tecniche, un fare concreto, faticoso e moderno, che ha soppiantato il lavoro millenario, massacrante, di uomini e donne sui prati ripidi, con le bestie, nelle valli alpine e sulle montagne. Scorrendo le pagine, man mano che i fili e i nodi della memoria vengono rinsaldati, si comprende che le costruzioni umane sono simboli tragici. Tutta la perizia, i calcoli, il metallo, la sabbia, i sacchi di cemento accatastati e trasportati verso i cantieri, le migliaia di ore di lavoro di operai e artigiani abili, tutto quell’entusiasmo di partecipare a un’impresa: tutto è finito in pochi minuti.
Il saldatore del Vajont ci accompagna al di qua e al di là di uno dei “prima e dopo” della storia d’Italia, narrando l’epica della costruzione, l’idea di un’Italia all’avanguardia nelle opere pubbliche e nella potenza industriale, e infine il disastro, le morti, la distruzione irrimediabile, e ciò che resta, oggi. Bortoluzzi, narratore cresciuto nella cultura contadina di montagna e che da tanti anni lavora nella zona industriale di Longarone, con questo romanzo ci racconta un disastro del Vajont che interroga, tanti anni dopo, non solo i responsabili, ma tutti noi.

Presentazione a cura di Claudio Gucchierato

GIOVEDÌ 10 OTTOBRE ALLE 20.30

Carlo Degiorgi
La straordinaria storia di Nonno Felice

Da una profonda ricerca genealogica famigliare, emerge la figura di Felice Degiorgi, il mio trisavolo.
Siamo nella Lomellina nel pieno XIX secolo, tra i paesi di Suardi, Gambarana e Pieve del Cairo.
Questo romanzo storico parla della vita di un semplice contadino che ha visto innumerevoli cambiamenti, sia territoriali che storici, in una Lomellina dapprima sotto il Regno di Sardegna e successivamente, dopo guerre, tumulti, moti e sommosse, divenuta identità propria in una nuova Italia. Felice Degiorgi nacque a Suardi nel 1820 (allora chiamato Borgofranco) e morì a Pieve del Cairo nel 1910. Durante la sua lunga esistenza (90 anni) vide tutto questo ed il libro parla di lui, dei luoghi in cui ha vissuto e di tutte le persone che hanno fatto parte della sua vita. La piccola storia locale, quella con la "s" minuscola, si intreccia con la grande storia, quella con la "S" maiuscola ma ogni evento che accade non è meno importante di un altro.
Ognuno di noi potrebbe avere un suo "nonno Felice".

GIOVEDÌ 24 OTTOBRE ALLE 20.30

Antonella Barina e Daniela Zamburlin
Di notte a Venezia

Di notte a Venezia. 24 racconti tra mito e leggenda è il titolo del nuovo libro di Antonella Barina e Daniela Zamburlin: edito dal Centro Internazionale della Grafica di Venezia. Le autrici, dopo la guida al femminile che ha portato alla luce 154 protagoniste veneziane abbinate ad altrettanti luoghi, raccontano stavolta “vicende che accadono di notte, quando la città ritrova la sua identità più profonda, miti e leggende che spesso fondono credenze pagane e cristiane, religiose o magiche, dove la costante è spesso l’acqua, minacciosa e salvifica”. “Finita la guida – affermano le autrici – erano rimasti nella penna tanti materiali legati agli aspetti più misteriosi di Venezia. Potremmo definire il nuovo libro una guida del fantastico in notturna”.

Tra i racconti che rivisitano luoghi misteriosi della città lagunare, “Il Casino degli Spiriti”, il “Ponte de le Maravege”, “I leoni dell’Arsenale” e “Giovanna e la pietra rossa”. Ma ci sono anche vicende meno conosciute, come “La storia di Contissa” che camminava sulle acque del Canal Grande e “I tre Santi” che salvarono Venezia dalla furia dei demoni. E altre del tutto nuove, come “La racco-mandazione di Petrarca” che assiste al passaggio di una grande nave a San Marco.
“Le autrici, giornaliste professioniste e ricercatrici, una di miti e l’altra di fiabe e leggende – afferma l’editore – si sono incontrate su un terreno comune che, trattandosi di Venezia, non poteva che essere il fantastico. I loro stili, fedeli a se stessi, si intrecciano in un’altalena di fascinose sorprese”.

Antonella Barina, poeta, drammaturga, giornalista professionista. Vive a Venezia e dagli anni ’70 studia con viaggi e ricerche i miti del divino femminile. Tra i suoi libri, La sirena nella mitologia (1980), i Racconti per Venezia (2009-2010) e la raccolta poetica Maria che del mare hai nome (2023).

Daniela Zamburlin, giornalista professionista, scrittrice, storica, studiosa di tradizioni popolari, di Venezia e di storia delle donne. Vive e lavora a Venezia. Tra i suoi libri figurano Fiabe veneziane (1989), La Serenissima. Venezia fra storia e storie (1996) e Fior di Favole. Miti e leggende sulle origini dei fiori (1997).

GIOVEDÌ 7 NOVEMBRE ALLE 20.30

Claudio Dell'Orso
Venezia in nero

Claudio Dell’Orso alias Michel Lardel, veneziano doc, esperto di letteratura gotica, fumetto erotico e cinema noir, nonché appassionato di cronaca nera.

Tra le sue numerose pubblicazioni: “The art of Leone Frollo” (1990); “Dark ladies. La donna fatale nei comics” (1992); “Venezia erotica” (1995); “Venezia libertina” (1999); “I segreti dei conventi” (2001); “Nero veneziano” (2005); “Venezia Sconta” (2009); “Dizionarietto erotico veneziano” (2012).

GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE ALLE 20.30

Alberto Brocca
Per quanto ancora

Un caso fortuito o la mano del destino? Mesi di infruttuose ricerche sulla sparizione di una giovane donna, durante i quali Anna e Lisa continuano a vivere la loro vita, contribuiscono a cementare la loro amicizia. Di tanto in tanto, quando se ne presenta l'occasione, non esitano a dare una "regolata" al balordo di turno. Tuttavia, questi interventi correttivi non sono sufficienti a lenire la frustrazione che deriva dalla mancanza di tracce del loro principale obiettivo. Nel frattempo, un nuovo caso attira l'attenzione delle due donne. Quello che sembra un isolato episodio di violenza, si rivelerà invece la porta di un mondo estremamente pericoloso che, se non affrontato con determinazione, rischierà di travolgere l'esistenza delle due donne.

GIOVEDÌ 5 DICEMBRE ALLE 20.30

Cristiano Dorigo
Acqua alte

Venezia è invasa dall'acqua alta. Le previsioni dicono che potrebbe durare ininterrottamente per giorni e notti. Il protagonista, chiuso in casa, isolato, decide che la clausura potrebbe essere l'occasione per scrivere il libro che troppo a lungo ha trascurato. Avrebbe voluto raccontare le storie delle ragazze incontrate durante la sua esperienza professionale di educatore, ma la chiusura forzata lo trasforma, anche, in un diario intimo dei giorni e delle notti trascorse nel suo piccolo appartamento. Il libro è formato da sette parti, suddivise a loro volta fra "giorno" e "notte", che contengono ciascuna un racconto della giornata, un episodio delle "sue ragazze" - tutte chiamate con un nome di fiore per mantenerne l'anonimato -, e una notte in cui rievoca episodi della propria vita emotiva. I temi affrontati sono quelli del disagio sociale, della morte, dell'introspezione e elaborazione del lutto. E della possibilità di rinascere, ricominciare, per come si è, per come si può.