Che brava che sei! di Witty Wheels
8 STORIE DI ABILISMO QUOTIDIANO
Tanto per cominciare, notate come il titolo non è “storie di disabilità” ma “storie di abilismo”.
“Abilismo” è la parola chiave del fumetto di oggi, perché non si può parlare di disabilità senza affrontare quest’insieme di pensieri e comportamenti nocivi.
Magari qualcuno di voi che sta leggendo questa rubrica non ha mai sentito questo termine “abilismo”, ma possiamo assicurarvi che attraverso la lettura di queste otto storie vi accorgerete di come questa forma di oppressione sia profondamente radicata nella nostra società.
1. Abilismo è pensare che una persona disabile sia un partner di categoria B. È dire che una persona non disabile che si innamora di una persona disabile è “un angelo” o che potrebbe trovarsi di meglio, oppure è la vergogna di rendere pubblica la relazione o addirittura approcciarsi solo per fare un’esperienza nuova.
2. L’abilismo è così radicato nella società che anche chi ha una disabilità l’ha interiorizzato. Ad esempio c’è chi decide di frequentare solo persone non disabili o che cerca di nascondere la propria disabilità per non mettere a disagio gli altri.
3. Se una persona disabile vuole fare una gita fuoriporta, andare al ristorante o semplicemente deve fare la spesa, perché deve fare mille chiamate per informarsi se i locali sono accessibili oppure finire col trovarsi a non poter nemmeno entrare? La risposta è: abilismo.
4. “Il disability pride è riconoscere che non sei tu quello sbagliato. È essere fiero della tua identità disabile”. Non ci sono parole migliori per spiegarlo.
5. Abiliste sono le scuole e le università che con le loro mancanze in termini strutturali e organizzativi rendono il tempo che dovrebbe essere dedicato agli studi difficile o impossibile, in certi casi addirittura precludendo alle persone disabili l’opportunità di continuare la propria istruzione.
6. L’assistenza personale per le persone disabili dovrebbe essere un diritto, eppure non lo è. Le necessità di un assistente variano da persona a persona ma sono pur sempre una necessità, e visto che anche per trovarsi un assistente bisogna arrangiarsi, le esperienze potrebbero non essere delle migliori.
7. Solitamente quando guardiamo un film o una serie, tendiamo a rispecchiarci in alcuni dei personaggi che ci assomigliano, non necessariamente a livello fisico. Ma se ci avete fatto caso, le persone disabili nei film sono veramente poche, e finiscono troppo spesso col ricoprire un ruolo motivazionale, oppure col trattare la disabilità come un qualcosa da cui liberarsi, oppure una volta svolta la propria funzione, muoiono. Immaginatevi il trauma di un* bambin* che identificatosi con il personaggio disabile della pellicola assiste alla sua morte.
8. Riassunto? Abilismo è stigma, discriminazione, disinformazione, critica, insensibilità e tanto altro, e si manifesta in diverse forme: dalla mancanza di una rampa all’uso di una disabilità cognitiva come offesa.
Scritto dalle sorelle Paolini, con lo pseudonimo Witty Wheels, “Che brava che sei!” è un fumetto che, attraverso il racconto di otto storie di quotidianità, analizza e rivela quella forma di oppressione che è l’abilismo, con lo scopo di decostruirlo. In conclusione aspettatevi una carrellata di informazioni con un pizzico di ironia e le fantastiche illustrazioni di Claudia Flandoli.