La città che sussurrò
di Jennifer Elvgren
Buongiorno cari amici del nostro #Appendilibri!
Lunedì 27 gennaio è una giornata particolare, ricorre infatti in tutto il mondo la Giornata della Memoria, memoria che vuol urlare, vuol sussurrare, vuol raccontare alle generazioni più giovani le più tristi pagine della Storia contemporanea, perché certe brutalità non si ripetano più.
Non potevamo non abbracciare questa importante ricorrenza anche con la nostra rubrica, perché è anche attraverso le immagini e i racconti dei nostri libri che possiamo trasmettere messaggi importanti ai nostri bambini.
Lo vogliamo fare con un albo illustrato ideato da Jennifer Elvgren e illustrato da Fabio Santomauro che sa raccontarci, anzi, “sussurrarci” un capitolo buio della Storia regalandoci però un lieto fine.
La voce narrante è quella della piccola protagonista, Annett i cui genitori decidono di nascondere nella cantina di casa degli ebrei danesi per salvarli dai soldati nazisti.
Ogni mattina è lei a portare la colazione “ai nuovi amici”: poche cose, un uovo sodo, un pezzo di pane, perché da mangiare ce n’è poco per tutti.
Allora ci sarà bisogno di trovare più cibo: di sussurro in sussurro, qualche uovo in più arriva dal contadino, un po' di pane arriva dal fornaio e si mette insieme il cibo necessario per sfamare i nuovi amici. Il loro rifugio è in cantina, il luogo più sicuro e nascosto della casa, ma anche il più buio.
E il buio fa tanta paura ad Annett.
Ma le flebili voci che arrivano dal fondo della scala danno coraggio alla bambina che, passo dopo passo, scende nel buio e incontra un bambino di nome Carl, suo coetaneo, e sua mamma.
Ben presto però i due amici dovranno separarsi perché, in una notte senza luna, Carl e la mamma lasceranno la cantina per raggiungere il porto e, da là, salire su una barca verso la Svezia e la salvezza.
Serviranno le voci di tutto il paese a guidarli nel buio verso la salvezza, indicando la via più sicura lontano dallo sguardo dei soldati.
“La città che sussurrò” racconta una vicenda realmente accaduta, nel piccolo paesino di pescatori di Gilleleje, in Danimarca, da dove circa 1700 ebrei sono riusciti a fuggire con l’aiuto della popolazione che, per settimane, li ha tenuti nascosti nelle case, nei magazzini, nei fienili, negli alberghi e nelle chiese del paese.
Questo commovente libro ci servirà a non dimenticare i drammi del passato ma anche a ricordare tutto il bene che le persone sono in grado di fare quando trovano il coraggio di ribellarsi.
E a volte, come in questo caso, la ribellione non ha bisogno di far molto rumore, ma può arrivare anche da un gesto semplice come un sussurro.