Egitto - Ballata levantina

Ballata levantina - Fausta Cialente

La #ValigiadelLettore questa settimana ci conduce in Egitto e sarà un’occasione per liberarci di molte convinzioni errate riguardo questo luogo e il suo passato.
Come molti italiani ed europei a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, anche Daniela, una giovane rimasta da poco orfana, arriva in Egitto alla ricerca di un futuro migliore.
Il libro offre un ritratto inedito del mondo medio-orientale dell’epoca, diviso tra la povertà diffusa e le disuguaglianze sociali tipiche del mondo coloniale, e il benessere economico e la cultura raffinata e multietnica di cui una piccola parte della popolazione poteva godere.

Daniela, al suo arrivo nella città di Alessandria, viene accolta nella sontuosa villa della nonna Francesca, ex ballerina, donna passionale e moderna. Per alcuni anni la sua vita scorre piacevolmente protetta da una servitù deferente e da una cerchia di amici protettivi, eppure anche in questa realtà ovattata Daniela, ormai cresciuta, comincia ad intuire i tumulti che sempre più si alimentano nel mondo esterno, nella società egiziana e nel più distante Europa.

Pochi anni più tardi la morte della nonna la porta a trasferirsi presso la casa di una coppia anticonformista, Livia e Matteo, e qui viene in contatto con i movimenti intellettuali e politici più influenti dell’epoca.

“Ballata levantina” è anche una storia di formazione: seguiamo infatti, capitolo dopo capitolo, la crescita di Daniela, una bambina “bella come un gelsomino”, che pian piano diventa donna, conoscendo i primi tormenti dell’amore ma è anche la storia della crescita politica di una ragazza che pian piano comprende la complessità della società attorno a sé e intuisce il suo posto in un mondo che sta per cambiare tragicamente.
Fausta Cialente è stata una scrittrice elegantissima e colta, ingiustamente dimenticata, che già il nostro gruppo di lettura ha avuto modo di apprezzare con il romanzo “Le quattro ragazze Wieselberger”, Premio Strega nel 1976.

Mettiamo in valigia un velo sottile: ci servirà per proteggere il volto e il capo dal vento del deserto che spesso soffia impetuoso anche in una città come Alessandria, affacciata sul mare.