Somalia - Adua

Adua di Igiaba Scego

Partiamo questa settimana con la #ValigiadelLettore alla volta della Somalia per incontrare le due voci narranti di questa storia, Adua e suo padre Zoppe.

Adua è arrivata in Italia negli anni Settanta, adolescente piena di speranze con in tasca il sogno di diventare una diva come Marilyn Monroe. Ma il suo giovane corpo è stato sfruttato solo per un film a luci rosse e la sua carriera cinematografica e i suoi progetti di vita si sono tristemente infranti. Adulta e disillusa, Adua affida le sue confidenze all’elefantino del Bernini che regge l’obelisco in piazza della Minerva a Roma. Le sue grandi orecchie raccolgono il racconto di una donna fuggita dal regime dittatoriale e dalla guerra in Somalia e che in tarda età ha sposato un giovane migrante solo per garantire a lui una casa e a se stessa un po’ di affetto.

Alternata alla vicenda di Adua si snoda quella del padre Zoppe che ci conduce nella Somalia occupata dagli italiani ma anche nella Roma fascista degli anni ‘30. Una vita fatta di compromessi e di umiliazioni ha reso quest’uomo duro e imperturbabile, soprattutto nei confronti della figlia.

Il lascito della casa paterna ad Adua, una vecchia casa situata a Magalo dove il suolo ricco di petrolio è diventato ambito dagli americani, apre nuove prospettive di vita alla protagonista, costringendola a fare i conti con la propria storia prima di tornare in Somalia.

Nel romanzo di Igiaba Scego «si intrecciano tre momenti storici: il colonialismo italiano, la Somalia degli anni Settanta, e la nostra attualità che vede il Mediterraneo trasformato in una tomba a cielo aperto per i migranti», racconta la stessa autrice nella nota storica alla fine del libro.

Mettiamo in valigia un elefantino proveniente dal corno d’Africa, regione in cui tutto ha inizio, che ci ricorda quello del Bernini, senza le cui orecchie questa storia non sarebbe stata raccontata.