Di là dal fiume e tra gli alberi - Ernest Hemingway
La nostra recensione
Il libro di Hemingway ha suscitato una discussione vivace e a tratti accesa tra le lettrici e i lettori del Gruppo di lettura. Sicuramente un libro non facile, per il ritmo lento della narrazione, per i continui salti temporali e per i dialoghi all'apparenza banali e superficiali che hanno disorientato non poche lettrici e lettori. In gran parte autobiografico, ambientato tra Venezia e le campagne circostanti dove lo scrittore aveva combattuto, è un romanzo intriso di nostalgia e di una profonda tristezza. Il tema principale è infatti l'attesa della morte, la consapevolezza del protagonista della prossimità della fine. Tutto accade in soli quattro giorni e il libro si apre e si chiude con la caccia alle anatre dentro la botte, in barena, a sottolineare la ciclicità del tempo e della vita. La relazione con la giovane Renata (nome non casuale, a sottolineare una rinascita) allevia solo in parte l'amarezza e il rimpianto del Colonnello le cui emozioni restano sotterranee, quasi a formare un substrato di pensieri e sentimenti che si celano sotto ai dialoghi convenzionali e di poco spessore. All'età di Renata il colonnello era un giovane soldato che combatteva in Italia eppure sèguita ad amare quelle campagne e la città di Venezia di cui, a quel tempo, aveva solo distinto i contorni dai margini della laguna. Il secondo tema non meno importante è infatti quello della guerra. I continui rimandi alle vicende militari mettono in luce non gli aspetti eroici ma l'altissimo costo in termini di vite umane: vite perdute, vite segnate per sempre per i sopravvissuti, compresi quelli che si automutilavano per evitare di partire. Tutta l'insensatezza della guerra viene qui denunciata al di là dell'ostentato cameratismo che il Colonnello condivide con gli ex commilitoni dell'Ordine. I massacri del Piave e del Grappa, i mattatoi sul Carso e l'Isonzo: non c'è nulla di epico in tutto ciò ma al contrario le azioni militari sono spesso dettate dalla stupidità degli ordini. I due temi principali scorrono paralleli alla storia d'amore che scandisce le poche ore che rimangono da vivere al Colonnello. Eppure - viene sottolineato - lui non era mai stato triste al mattino. La scena in gondola è particolarmente suggestiva: senza alcun riferimento diretto e tanto meno volgare ci immerge completamente nell'atto d'amore. Abbiamo anche sottolineato il ruolo di Renata con la quale il colonnello condivide i ricordi e la sofferenza: sotto una corazza che lo rende spavaldo e a tratti insolente emerge la sensibilità dell'uomo, non senza qualche rimbrotto da parte della ragazza che lo richiama alla gentilezza e alla buona educazione. Il confronto tra la Venezia odierna e quella del 1950 ha colpito tutti, sia nel sottolineare le differenze sia nel ritrovare quell'atmosfera malinconica che contribuisce a rendere unica la città. Un romanzo che è un'elegia: c'è tutto Hemingway qui dentro con la sua depressione, l'alcolismo, la passione per la caccia e l'amore per la giovanissima Adriana Ivancich. Qualcuno l'ha trovato troppo intriso di "machismo", qualche altro lettore l'ha trovato forzato, altri non sono riusciti a terminarlo o non l'hanno apprezzato.