Stoner - John Williams

La nostra recensione

Emozionante e commovente, "Stoner" ha conquistato all'unanimità il gruppo di lettura. La storia di una vita normale ma non banale e di un uomo la cui caratteristica principale - è stato sottolineato - è quella di accettare la vita e la morte e di essere se stesso serenamente e consapevolmente fino alla fine. La sua vita è dominata da un'unica passione: la letteratura che diventa tutto il suo mondo illuminando un'esistenza altrimenti grigia e aiutandolo a superare tutte le avversità e delusioni. A prima vista Stoner può sembrare un fallito, arrendevole e passivo di fronte a qualsiasi accadimento. Un uomo che subisce le decisioni e scelte altrui: quelle della moglie, della figlia e persino di Katherine. Eppure Stoner non è un uomo disperato e la sua vita esteriore priva di movimento e apparentemente mediocre si contrappone invece ad una ricca e profonda vita interiore. Stoner non combatte, non si ribella ma si lascia attraversare dalla vita, con tutto ciò che essa porta con sé, senza mai abbattersi. E questo è il suo punto di forza, la caratteristica che più è stata apprezzata. E' piaciuto molto il passaggio in cui il giovane Stoner scopre l'amore per la letteratura grazie al professore che declamando il sonetto di Shakespeare si trasforma in una persona completamente diversa agli occhi dello studente. Ed è stata notata la fortuna di Stoner di scoprire da subito quale sarebbe stata la sua professione, il suo futuro talento. All'inizio del romanzo l'autore sembra mettere le mani avanti dicendo al lettore che Stoner non ha lasciato il segno. Eppure man mano che il libro svela la storia del protagonista è impossibile non immedesimarsi ed entrare in piena sintonia con lui. Ogni vita per quanto normale e priva di avvenimenti avvincenti è comunque singolare per le piccole cose che la caratterizzano. Il grande pregio di Williams è quello di essere riuscito a raccontare la normalità. Bella l'amicizia con Finch, unica relazione priva di conflitti, anche se si intuisce che Stoner era più legato all'amico che muore in guerra. Stoner si scuote solo per gli eventi che accadono nel mondo accademico, le uniche occasioni in cui mostra tutto il suo coraggio ed orgoglio. L'epilogo, commovente per tutti, descrive Stoner morente nel modo che più gli appartiene e senza rimpianti: "Era se stesso e sapeva cosa era stato". La sua vita non poteva essere diversa e Stoner vi si riconosce pienamente. La scrittura apparentemente piana e lineare in realtà tocca le corde emotive del lettore regalando un romanzo che stilisticamente regge dall'inizio alla fine senza mai cedimenti.