La lettrice scomparsa - Fabio Stassi

La nostra recensione

Anche nel gruppo di lettura Il Club del martedì "La lettrice scomparsa" ha suscitato non poche perplessità. Bella la prosa, ricercata la scrittura ma la narrazione non ha convinto. Tanti i temi toccati, ma lasciati in sospeso, non approfonditi: la solitudine nelle grandi città, i libri come protagonisti di vita che possono cambiare o migliorare la vita stessa, la precarietà nel lavoro e infine il desiderio di cambiare l'epilogo della propria storia concedendosi una conclusione diversa e inaspettata. Una lettrice ha colto una similitudine tra i personaggi che tentano di evadere e uscire dalla propria vita, come Wakefield e Isabella, e chi si crea un'esistenza alternativa sui social, cambiando identità e mistificandosi. E questo le è sembrato uno spunto interessante su cui riflettere. Quello che manca davvero nel romanzo sono le emozioni: non si prova empatia per nessuno, non ci si immedesima nelle vicende dei personaggi. Una lettrice ha interpretato il romanzo metaforicamente, come una riflessione sul potere salvifico della parola e dei libri. È una sorta di gioco letterario, intellettuale, in cui la scrittura è molto musicale come la canzone di Jacques Brel che Vince ascolta ripetutamente e i cui versi aprono i capitoli del libro. Qualcuno l'ha proprio bocciato come troppo artificioso: L'autore aveva molte carte da giocare e l'ha fatto malamente, senza sviluppare e approfondire i personaggi. Il romanzo è sembrato più un esercizio di stile.