Pechino - Più gentile della solitudine
Più gentile della solitudine di Yiyun Li
La #ValigiadelLettore questa settimana ci porta a Pechino per seguire le vicende di tre giovani studenti subito dopo la protesta di piazza Tienanmen e la violenta repressione da parte dell’esercito cinese che portò al massacro di migliaia di persone nel 1989.
Ruyu, Moran e Boyang sono diventati amici nel cortile comune di un caseggiato dei sobborghi della capitale. Ruyu condivide l’appartamento con Shaoai, di qualche anno più vecchia che studia all’università ed è impegnata politicamente e che non nasconde la sua irritazione e avversione nei confronti di una ragazzina provinciale e inadeguata. L’equilibrio tra le ragazze e l’unico maschio del gruppo diviene via via più complicato da sentimenti di gelosia e rivalità: Ruyu, cresciuta da due vecchie prozie, sembra incapace di relazioni profonde mentre Moran, buona ed ingenua, crede nell’amicizia e negli affetti profondi dimostrandosi leale sia nei confronti di Ruyu che di Boyang.
Le loro giornate assomigliano a quelle di molti altri adolescenti fino ad arrivare all’avvenimento che sconvolgerà le loro vite: Shaoai viene avvelenata e, pur sopravvivendo, la sua salute rimarrà gravemente minata negli anni futuri.
Un susseguirsi di salti temporali ci porta dal passato al presente dove ritroviamo Boyang, l’unico rimasto a Pechino, immobiliarista di successo che colleziona relazioni sentimentali inconcludenti, mentre Moran e Ruyu sono emigrate negli Stati Uniti dove conducono ciascuna a modo suo vite invisibili e fallimentari.
Pagina dopo pagina scopriamo così che gli avvenimenti di quei giorni lontani hanno segnato tutti loro che troppo a lungo hanno condiviso un drammatico segreto.
La morte di Shaoai dopo oltre vent’anni li costringerà a fare i conti con la responsabilità taciuta del colpevole e con l’infelicità delle loro esistenze. Il loro destino, costruito sull’oblio, si lega a quello di un’intera nazione che ha costruito il Paese negando la memoria della strage di Tienanmen.
Nella nostra valigia metteremo la celebre fotografia divenuta il simbolo della protesta operaia e studentesca di 36 anni fa contro l’autoritarismo cinese.