Tokyo - Una lieve vertigine

Una lieve vertigine di Mieko Kanai

Prepariamo di nuovo la nostra #ValigiadelLettore per raggiungere il Giappone e la sua modernissima e sbalorditiva capitale, Tokyo.
La protagonista di questo racconto si chiama Natsumi ed è una casalinga come tante altre, una donna intrappolata tra le incombenze quotidiane e un equilibrio domestico che sembra perfetto.
Vive col marito e i due figli in un appartamento moderno, scelto per la sua esposizione ideale e per i comfort che promettono una vita serena. Ma questa serenità è solo apparente.
Sotto la superficie ordinata, la donna nasconde un universo di ansie, pensieri ossessivi e desideri inconfessabili.
La sua routine (lavatrici, spese al supermercato, conversazioni con i vicini) diventa lo scenario di un profondo e silenzioso tumulto interiore.
Natsumi ammette di aver scelto la sua cucina, moderna e costosa, non tanto per utilizzarla nella preparazione dei pasti ma perché simile a quelle viste nelle riviste patinate; mantenere le apparenze sembra, infatti, per lei più importante.
Ed è proprio in questa stanza della casa che la vediamo per la prima volta colta dalla “lieve vertigine” del titolo, una specie di trance che la coglie guardando l’acqua scorrere nel lavandino: una sensazione di piacere ma anche di vuoto, che prova mentre rimane così, rilassata, senza pensare a niente, e che si ripete in altre circostanze del racconto.
Altre volte, invece, la ripetitività dei compiti domestici rende Natsumi così infelice da disorientarla e disgustarla.
Anche lo stile narrativo di Mieko Kanai è ipnotico, denso e lirico, riuscendo a rendere perfettamente tangibile la sensazione di smarrimento e disagio che affligge la protagonista.
È per questo che, pur essendo radicata nella Tokyo borghese degli anni ’90, questa storia riesce a essere universale ed attuale: ad essere condivise con la protagonista da un gran numero di donne (nonché lettrici) sono proprio le preoccupazioni quotidiane, la seduzione del consumismo e, soprattutto, la responsabilità e l’organizzazione dei lavori domestici.

A rappresentare la ripetitività dei gesti quotidiani di molte donne come Natsumi mettiamo in valigia oggetti di uso comune che è possibile trovare in qualunque casa giapponese.