Persone normali di Sally Rooney
La nostra recensione
Il romanzo dell’autrice irlandese più acclamata del momento non ha entusiasmato le lettrici e i lettori del nostro Gruppo. Pur trattandosi di una lettura scorrevole e restituendo una fotografia dei tempi attuali e di un’intera generazione, la mancanza di un’analisi profonda dei temi ha lasciato la maggior parte di noi piuttosto insoddisfatta. Il romanzo tratteggia un quadro molto variegato in cui la normalità sembra essere rappresentata dall’eccezionalità: famiglie disfunzionali, bullismo, violenza di genere, revenge porn, bisessualità, depressione e suicidio…non c’è esperienza e sofferenza che i due protagonisti non abbiano vissuto e a qualche lettrice/lettore questo è sembrato davvero un po’ eccessivo e sovrabbondante. Abbiamo apprezzato il fatto che il romanzo descriva le difficoltà di relazione dei giovani adulti, la loro incapacità di comunicare, le incomprensioni, le indecisioni e l’immaturità emotiva e sentimentale. Tuttavia toccare questi temi e trattarli solo superficialmente ha deluso la maggior parte del Gruppo. La caratteristica saliente dei personaggi è l’immobilità ossia l’incapacità di crescere, di evolvere e dunque di costruire una relazione più matura facendo anche delle scelte di vita condivise. Se all’inizio Marianne combatte contro la sua innata predisposizione ad essere umiliata e maltrattata mentre Connell è al contrario più socievole e accettato dai suoi pari, la situazione si ribalta una volta entrati al college. E qui di nuovo si bloccano entrambi rimanendo invischiati nei ruoli che vengono calati loro addosso senza che avvenga una svolta risolutiva. La narrazione asciutta e frammentata, fatta di dialoghi piuttosto scarni, sembra sottolineare le interruzioni e i ripensamenti continui di Marianne e Connell, la loro intrinseca incapacità di procedere, andare avanti. Sarà che il mese precedente avevamo letto Faulkner, ma per qualcuno il salto qualitativo di stile scrittura e profondità è sembrato notevole, naturalmente a sfavore della scrittrice. Non è sembrato affatto strano che dal libro sia stata tratta una serie tv in quanto lo stile narrativo è proprio quello di una sceneggiatura. Le lettrici a cui il libro è piaciuto hanno giudicato positivamente la descrizione delle problematiche giovanili e dell’incomunicabilità che sta alla base dei fallimenti. Anche la differenza di classe è un aspetto della società irlandese che la Rooney non manca di sottolineare così come la violenza domestica che sembra essere così radicata. Nel complesso il ritratto, per quanto superficiale, è quello di una generazione sofferente, priva di riferimenti significativi e quindi incapace di sentimenti profondi e duraturi che viene inoltre etichettata in base a modelli stereotipati: povero/ricco, popolare e di successo/isolato e bullizzato, carnefice/vittima, etero/gay o bisex, normale/strambo etc.. Rimane nel lettore la sensazione di profonda tristezza e solitudine che permea tutto il romanzo dovuta al caos emotivo e al senso di inadeguatezza dei protagonisti. Incomprensibile per tutti il fenomeno editoriale che ha fatto sì che per il lancio dell’ultimo libro ci fossero le folle in attesa in Gran Bretagna.