Gerusalemme - Un giorno nella vita di Abed Salama

Un giorno nella vita di Abed Salama di Nathan Thrall

La #valigiadellettore questa settimana ci porta a Gerusalemme per raccontare in forma romanzata un tragico fatto di cronaca avvenuto nel 2012.

Milad, un bambino di 5 anni, parte con il suo zainetto da un villaggio palestinese della Cisgiordania diretto in un parco a nord di Gerusalemme per la prima gita scolastica della sua vita. Lo scuolabus però viene coinvolto in un terribile incidente stradale contro un tir mentre viaggia lungo Jaba Road, una delle poche arterie che ai palestinesi è permesso percorrere. Trattandosi di un territorio occupato che gli israeliani hanno delimitato con un “muro di separazione”, persino i soccorsi diventano complessi e nel frattempo i bambini sono intrappolati nell’autobus che brucia. In quel labirinto di recinzioni, checkpoint, blocchi stradali, documenti di colori diversi per attraversare i territori, si snoda la tragica odissea di Abed Salama, il padre di Milad, che cercherà disperatamente di raggiungere suo figlio tra mille ostacoli burocratici e senza che nessuno sia in grado di dirgli in che condizioni sia il bambino. Assieme a quella di Abed, altre vite si incrociano in questo libro: ci sono l’insegnante d’asilo e il meccanico che in mezzo a quella carneficina per oltre mezz’ora cercano disperatamente di salvare i bambini in attesa delle ambulanze; ci sono le mamme che attendono ore per riuscire ad attraversare il posto di blocco e raggiungere l’ospedale e via via altri personaggi che con il loro racconto tessono la trama di un romanzo che è anche e soprattutto un reportage. Vincitore del Premio Pulitzer 2024 il libro è lo straordinario racconto della vita quotidiana in una terra occupata da 77 anni nella quale anche un fatto di cronaca come un incidente stradale si trasforma in una questione politica aggiungendo tragedia alla tragedia, dolore al dolore.

Per affrontare questo crudo viaggio metteremo in valigia uno zainetto, come quello in cui Milad ha messo le sue merendine preferite per andare in gita, per ricordarci che alla fine le vittime dell’odio e delle guerre sono principalmente i bambini.