Alaska - La bambina di neve
La bambina di neve di Eowyn Ivey
#LaValigiadelLettore questa settimana ci porta nella gelida Alaska. Siamo nel 1920 e Mabel e Jack, una coppia già avanti negli anni, lasciano la cittadina dove hanno abitato in Pennsylvania per trasferirsi in un territorio selvaggio e inospitale, in cui la vita è messa a dura prova dai lunghi e rigidi inverni.
Mabel e Jack non hanno figli e questa assenza ha aperto una ferita profonda in Mabel che nel silenzio della nuova casa cerca conforto e oblio.
Durante una nevicata, la coppia, presa da un’irresistibile gioia e complicità, costruisce per gioco un pupazzo di neve con le fattezze di una bambina. E per renderla più reale le mettono addosso dei guantini e una sciarpa e le colorano le labbra con il succo di mirtillo. Il mattino dopo il sole ha sciolto la neve, ma al margine della foresta appare una bambina bionda che indossa quegli stessi oggetti che avevano abbellito il pupazzo. Sarà quella bambina, Pruina, a guarire le ferite di Mabel e a donare alla coppia il calore di una famiglia. Pruina non rimane, scompare ogni primavera. Eppure torna, puntuale con la prima neve invernale. E poi di nuovo riparte. Ma l’attesa riempie la vita di Jack e Mabel di aspettativa e speranza. E di nuove inaspettate relazioni.
Una storia delicata, fantastica eppure reale, che prende spunto da una famosa fiaba russa ma che ci riserva un finale inatteso, in cui è possibile “scegliere la felicità al posto del dolore”.
Portiamo con noi un paio di guantini e una sciarpa da bimba, gli stessi con cui Mabel veste il pupazzo di neve e che Pruina continuerà ad indossare.