Brasile - Il maestro della cascata
Il maestro della cascata di Christoph Ransmayr
Questa settimana dobbiamo prepararci ad una #ValigiadelLettore inconsueta. Facciamo uno sforzo d’immaginazione e pensiamo ad un mondo futuro flagellato da guerre intercontinentali in cui l’Europa è suddivisa in una moltitudine di contee, minuscoli stati autonomi e territori chiusi per preservare le varie identità etniche.
In questo panorama distopico la risorsa più preziosa e la più contesa è l’acqua.
Il potere è in mano di chi la possiede e di chi la controlla, esercitando il suo dominio sugli altri.
Il protagonista di questa storia è un ingegnere idraulico, membro di una potentissima casta, l’unica a cui sia concesso muoversi liberamente nel pianeta.
L’uomo si trova in Brasile, sulle rive del Rio Xingu, per collaudare una nuova gigantesca diga che priverebbe le combattive popolazioni indigene del loro approvvigionamento idrico.
Il romanzo si tinge improvvisamente di giallo quando l’uomo apprende della scomparsa di suo padre, morto precipitando nelle acque impetuose del Fiume Bianco.
Ma è stato davvero un incidente, come tutto farebbe immaginare, oppure un gesto violento?
Il padre potrebbe esserci tolto la vita, in preda al rimorso?
Perché l’uomo non era una persona qualsiasi ma un “maestro della cascata”, il guardiano di una chiusa di grande importanza che un anno prima era stato responsabile involontario di un evento tragico.
Il bisogno di scoprire la verità sul passato di quel padre così ingombrante costringerà il protagonista ad affrontare un viaggio doloroso ma necessario nella storia della sua famiglia.
Facciamo spazio in valigia per un tappo, un oggetto all’apparenza banale ma, in un mondo dispotico eppure pericolosamente reale, simbolo di un potere sconfinato e terribile, quello di concedere o negare agli altri il diritto fondamentale all’uso delle risorse naturali.