Brasile - La città assediata

La città assediata di Clarice Lispector

È una piccola cittadina a 4 ore d’auto da Belo Horizonte ad ospitare la #ValigiadelLettore di oggi: si chiama Sao Geraldo, nello stato di Minas Gerais in Brasile.
Fin dalle prime pagine di questo romanzo siamo proiettati in un’atmosfera densa e straniante, dove la realtà esterna si mescola fluidamente con i pensieri e le emozioni della protagonista, una ragazza di nome Lucrécia Neves.
Questo piccolo paese, che fa da sfondo alla vicenda, con la sua caotica vitalità e i suoi abitanti indifferenti e abitudinari, diviene metafora della condizione di alienazione e solitudine che attanaglia la protagonista.
Lucrecia si muove attraverso i suoi angoli come un’anima errante, senza una meta precisa, alla ricerca di un posto in cui sentirsi finalmente a casa. La sua esistenza è scandita da incontri fugaci e relazioni superficiali, che non riescono in alcun modo a placare la sua profonda sete di autenticità e di contatto vero.
Nonostante tutto però la ragazza cresce insieme alla sua città. E non lo fa passivamente, come potrebbe sembrare all’inizio: la costruisce con il suo sguardo, con l’osservare, con lo sbirciare tra i vicoli.
Accompagneremo poi Lucrécia nel percorso che da São Geraldo, in alcune zone ancora odoroso di stalla, la porterà nella grande città al seguito di un marito ricco, dove frequenterà teatri, ristoranti e negozi eleganti; poi di nuovo, rimasta vedova, di ritorno nel borgo natìo, molto meno selvaggio ormai e quasi irriconoscibile… e forse anche ad incontrare un nuovo marito.

A ricordare la chiesa, cuore pulsante della vita della piccola cittadina insieme alla piazza e a Rua do Mercado, e le tradizioni popolari brasiliane, mettiamo in valigia un santino di San Gerardo, protettore delle madri e dei bambini.

Clarice Lispector, conosciuta anche come la “Virginia Woolf amazzonica”, è stata una scrittrice, giornalista e traduttrice naturalizzata brasiliana.Nata in Ucraina, a un anno la sua famiglia emigrò in Brasile.Sposò in seguito un diplomatico, grazie al quale Clarice trascorse lunghi periodi in Svizzera, a Napoli e poi a Washington, prima di tornare nella sua amata Rio de Janeiro, dove sarebbe rimasta fino alla prematura fine.