Ungheria - La levatrice di Nagyrév

La levatrice di Nagyrév di Sabrina Zuccato

Riprendiamo in mano la #ValigiadelLettore per dirigerci in Ungheria, nel piccolo villaggio di Nagyrev, a sud est di Budapest.
Qui si svolge interamente questo romanzo, nato da un reportage giornalistico che dapprima ha visto l’autrice immergersi nella lettura dei giornali d’epoca per poi recarsi di persona nel villaggio ungherese, al centro di fatti realmente accaduti tra il 1914 e 1929.
Personaggio chiave intorno al quale ruotano le storie di Nagyrév e dei suoi abitanti è la misteriosa Zsuzsanna Fazekas, la levatrice e guaritrice del paese, giunta lì dalla grande città, che spesso viene etichettata come "strega" dai suoi concittadini, ma che allo stesso tempo è temuta quanto rispettata.
Figura carismatica, rarissimo esempio di donna emancipata, nubile e senza figli, è l’unica alla quale molte "sorelle" si possono rivolgere chiedendo aiuto per risolvere i guai che hanno dentro casa. 
Matrimoni infelici e malsani, inganni, sottomissioni e stupri, famiglie dove la donna è obbligata ad obbedire ciecamente al marito e a soddisfare ogni sua richiesta, e il cui ruolo era relegato a quello di moglie e madre di una prole spesso molto numerosa.
Incontriamo tra le pagine Katalin, Lidia, Anna, Krisztina, tutte vittime che ora grazie a Zsuzsanna trovano il coraggio di alzare la testa nel tentativo di sovvertire le antiche regole patriarcali della comunità magiara.
Dal ritrovamento del cadavere di un'anziana contadina nei pressi del fiume che attraversa Nagyrev partirà l’inchiesta, affidata al capitano Danielovitz, da cui emergerà che quel corpo è l'anello di congiunzione di una lunga catena di morti registrate nei dieci anni precedenti, sbrigativamente imputate al colera.
Ci aspetta un viaggio indietro nel tempo in una terra carica di superstizioni, pregiudizi e violenza in cui saremo chiamati a chiederci fin a che punto l’oppresso può sopportare e tacere, cosa lo spinge infine a reagire e se è possibile giustificare la violenza come reazione al male subito.

Mettiamo in valigia un recipiente di vetro, un catino, un’ampolla o una piccola bottiglia, qualunque cosa possa servirci per partecipare al rito più importante celebrato dalle donne del luogo il lunedì dopo la Pasqua. La mattina di quel giorno speciale le donne più anziane sono solite scendere alle foci del fiume Tibisco e riempire i loro recipienti per poi svuotarne il contenuto addosso alle donne più giovani che ancora non sono diventate madri, come segno di rinascita e fertilità.

Se la storia narrata in questa #ValigiadelLettore vi ha incuriosito, avete una grande opportunità: potrete incontrare la scrittrice Sabrina Zuccato in un attesissimo incontro nella nostra biblioteca giovedì 8 maggio. Sarà una preziosa occasione per conversare con lei riguardo il suo acclamato romanzo.