Bologna - Di guerra e di noi
Di guerra e di noi di Marcello Dòmini
Con la #ValigiadelLettore di questo mercoledì torniamo in Italia, dopo aver viaggiato per un bel po' all’estero.Arriviamo dunque, nel settembre del 1917 a Castenaso, piccolo paese nelle campagne bolognesi.
La prima guerra mondiale imperversa ormai da due anni e sta richiedendo molti sacrifici alla famiglia Chiusoli: ad aggravare ulteriormente la situazione giunge la notizia della morte di Gaetano, il capofamiglia, che impone a Ricciotti (nove anni) di crescere in fretta per prendersi cura della famiglia.
Poco dopo deciderà di andare al collegio Ungarelli di Bologna, al quale è ammesso gratuitamente in quanto orfano di guerra, lasciando il fratello Candido di sei anni a casa.
Alla fine del suo percorso, la direttrice del collegio caldeggia per Ricciotti il proseguimento degli studi, in modo da ottenere la licenza media, ma il ragazzo è irremovibile, deve andare a lavorare per poter contribuire al mantenimento della famiglia. La dirigente decide allora di aiutarlo, raccomandandolo per un posto alla Casa del Fascio, mentre col proseguire della storia scopriremo che il giovane Candido, ormai cresciuto, è diventato partigiano convinto.
È delle voci (e del dialetto) di questi due fratelli che l’autore si serve maggiormente per fare chiarezza nel mare magnum del Fascismo e della Seconda Guerra Mondiale. Le loro vicende si intrecceranno con quelle di diversi personaggi, realmente esistiti e non, ai quali è dato il compito di guidare i protagonisti nella comprensione di ciò che succede intorno a loro, dall’ingresso in guerra dell’Italia fino alla tanto attesa Liberazione.
Ricordatevi quindi di portare con voi delle tagliatelle, da condire con l’immancabile ragù e possibilmente seguendo la ricetta della nonna dei fratelli Chiusoli.
Come dicevano loro, la nonna preparava infatti il migliore ragù di Castenaso, e visto che lei sosteneva che a Castenaso si faceva il miglior ragù di Bologna e a Bologna il miglior ragù del mondo, Ricciotti a scuola si vantava che quello della nonna era il miglior ragù del mondo.