Amsterdam - Le sere
Le sere di Gerard Reve
#LaValigiadelLettore di questa settimana ci porta nell’Olanda della fine degli anni Quaranta. Nel 1947 viene pubblicato un romanzo da Gerard Reve: come ogni opera rivoluzionaria, sconcerta cattura e divide l’intero paese, diventando un grande classico nel panorama letterario olandese e un capolavoro della letteratura europea. Sono gli ultimi freddi giorni del dicembre 1946 e noi seguiamo la vita di Frits Van Egters, un ragazzo che ha abbandonato la carriera universitaria per un monotono lavoro impiegatizio e che trascorre il tempo libero a passeggio per le strade di Amsterdam, raccontando storielle macabre e osservando se stesso e gli altri con una tagliente ironia. La sua esistenza è un esasperato tentativo di riempire la vacuità quotidiana, di dare un senso alle sere che seguono giornate inutili, trasformando la routine in una commedia nera. Frits si muove tra il piccolo appartamento che divide con i genitori e le case di amici: dei primi descrive minuziosamente ogni goffaggine, ottusità, dettagli basso-corporei di decadenza fisica; dei secondi racconta giochetti psicologici e provocazioni a cui li sottopone.
Emerge una vendetta dello spirito contro ogni apparenza e contro ogni perbenismo assieme a una lotta contro lo scorrere del tempo che tiene l’uomo sotto scacco, come è tipico nella narrativa modernista. Tra dialoghi arguti e riflessioni spiazzanti, le parole di Reve ci ricordano l’assurdo di Kafka, il rovello ossessivo di Hamsun, l’esistenzialismo di Camus, l’ilarità ribelle di Salinger e nell’interiorità di un personaggio che angoscia per il suo cinismo e per la sua ricerca di risposte all’assurdità del vivere. Sullo sfondo un’Europa annichilita dalla guerra e il ritratto di una gioventù che affronta la crudezza del mondo, descritta abilmente da uno dei tre grandi della letteratura olandese del secondo Novecento.