Serbia - Soldato tartaruga
Soldato tartaruga di Melinda Nadj Abonji
Questo mercoledì la #ValigiadelLettore ci porta in un paesino di confine tra Serbia e Ungheria nei primi anni Novanta.
Zoltán Kertész è un ragazzo tranquillo e volenteroso che ama curare i fiori del suo giardino e vederli crescere sempre più rigogliosi. Nel suo futuro si vede fornaio e già si immagina impegnato a preparare con cura i suoi impasti per poi osservarli lentamente lievitare.
Purtroppo un brutto incidente cambia per sempre la vita di Zoltán: per tutti diventa una specie di scemo del villaggio, un bonaccione un po’ tonto non più in grado di lavorare né di badare a se stesso.
Non più considerato utile dalla società civile, Zoltán viene ciò nonostante arruolato nell’esercito quando la guerra irrompe con violenza nella sua vita e la Jugoslavia è prossima alla dissoluzione.
La durezza degli ordini, le punizioni umilianti, le marce forzate, la crudeltà e le torture sono quanto di più lontano esista dall’animo sensibile del ragazzo che, per sopravvivere all’orrore, si rifugia in un mondo immaginario in cui può continuare a godere di piccoli attimi di bellezza e purezza anche in un mondo di macerie.
Ma quando la guerra colpisce il suo migliore amico, insieme alle mura distrutte della città di Vukovar, anche le ultime difese della sua immaginazione vengono abbattute e il suo animo di eterno bambino non è più in grado di proteggerlo dalla realtà.
“Soldato tartaruga” è un piccolo capolavoro che, oltre a regalarci un personaggio difficile da dimenticare, ci offre una riflessione fondamentale e, in questi giorni purtroppo drammaticamente attuale, sull’assurdità della guerra e su come siano sempre gli animi più sensibili a soffrire drammaticamente in ogni conflitto.
Nella nostra valigia ricaviamo uno spazio per qualche bulbo primaverile: come un piccolo cuore che continua a battere flebilmente sotto il terreno anche nella stagione più rigida, servirà a ricordarci che dopo ogni inverno giunge sempre una rinascita.