Schio - Il canto dei telai

Il canto dei telai di Livio Galla

Riprendiamo in mano la #ValigiadelLettore per uno spostamento poco impegnativo ma che ci aprirà una finestra sulla storia industriale italiana del ‘900.
La meta di questo mercoledì è infatti Schio, dove fu costruito il primo stabilimento della celebre Lanerossi, un’azienda innovativa e che ha precorso i tempi per vari motivi.
Forse in pochi sapranno che Alessandro Rossi – figlio del fondatore Francesco – si inventò una città a servizio della fabbrica, con un efficiente quartiere operaio in cui ogni unità familiare aveva un piccolo orto, perfino un raffinato quartiere residenziale per impiegati e dirigenti.
Soprattutto, diede vita a un asilo aziendale, a un teatro e a un giardino a disposizione dei lavoratori, avvalendosi dei migliori architetti e urbanisti dell’epoca.
Stiamo parlando del 1860, almeno un secolo prima che si iniziasse a parlare di welfare per i lavoratori.
Il libro si apre con un episodio: il giovane Alessandro testimonia in tribunale a favore di un operaio che ha ucciso il proprio caporeparto, addossando la colpa “alla realtà oggettiva, inconfutabile, quotidiana delle nostre fabbriche”, con lavoratori “troppo abbandonati a se stessi, alla loro povertà e alla loro ignoranza. Siamo noi, i padroni, i responsabili della loro vita morale; noi dobbiamo educarli, farne uomini e lavoratori civili. Se non ci adoperiamo in tal senso siamo corresponsabili di azioni sconsiderate come quelle che si giudicano oggi in quest’aula”.
La difesa della classe operaia gli causa però l’esilio: il padre lo manda in Nord Europa e Francia per non averlo fra i piedi e fargli passare certi ideali dalla testa.
Ma sono propri quei mesi lontani dal Veneto che gli fanno scoprire l’elettricità, l’acciaio, il socialismo, l’arte, nuovi concetti di architettura urbana e industriale. Tutte innovazioni che, alla morte del padre, fanno della Lanerossi la capofila delle fabbriche del Paese.

Per addentrarci nelle vicende della famiglia Rossi e della nascita del lanificio più famoso d’Italia portiamo con noi una coperta di lana Lanerossi, come quelle conservate con cura in molti armadi di nonne e zie venete e prodotto di punta dell’azienda.