Lapponia - La ragazza delle renne

La ragazza delle renne di Ann-Helén Laestadius

Natale si avvicina e anche noi, con la #ValigiadelLettore di questo mercoledì, ci avviciniamo al Circolo polare artico arrivando proprio in Lapponia, da dove provengono le più antiche tradizioni natalizie.
Tra i simboli del Natale ci sono infatti anche le renne, che in questo romanzo hanno un ruolo centrale, insieme al popolo indigeno dei Sami, da sempre allevatori e pastori di renne.
Tratto da una storia vera, questo romanzo, come il recente film che ne è stato tratto, ruota attorno alla condizione sociale in cui si trovano a vivere i discendenti dei Sami in Finlandia al giorno d’oggi, spesso discriminati e vittime di azioni persecutorie come il bracconaggio delle renne, che per molti rappresentano l’unica fonte di sostentamento oltre che vessillo culturale.
Che in Lapponia l’allevamento delle renne sia una cosa seria lo dimostra il fatto che in quelle zone questo non è consentito a tutti i Sami ma solo a coloro che sono iscritti alla “associazione degli allevatori”, attraverso la quale hanno ottenuto una speciale licenza chiamata “reinmerke”.
Questa licenza, controllata dalla polizia delle renne, non è acquisibile come una licenza di caccia o di pascolo, ma viene rilasciata solamente a quei sami che possono dimostrare la discendenza da antenati (ovviamente sami) che hanno svolto anch’essi questo tipo di attività.
Elsa, la protagonista della storia nonché allevatrice di renne, assiste da bambina all’uccisione di un cucciolo da parte di un bracconiere locale che la riconosce e la minaccia: dopo anni di silenzio, la paura e la rabbia che ha dentro esplodono, portandola a denunciare il fatto, arrivando poi ad un confronto con le autorità che cambierà il futuro della locale comunità indigena.

Mettiamo in valigia un kuksa, tazza intagliata in legno di betulla che tutti i Sami portano appesa alla cintura, simbolo di resistenza e di usanze ancestrali connesse alla natura che una società sempre meno tollerante sta cecando di cancellare.