San Donà di Piave - Di fulmini e tempesta
Di fulmini e tempesta di Chiara Polita
Questo mercoledì prepariamo la nostra #ValigiadelLettore con poche cose, visto che la meta dove ci porterà è all’interno della nostra provincia.
Siamo nel 1943. Maria lavora come operaia nello iutificio di San Donà di Piave. È una donna di poche parole ma grazie a Gilda, una collega più giovane, entra in contatto con i partigiani del Basso Piave e, dando una scossa alla propria vita, decide di unirsi alla brigata Eraclea guidata dal comandante Attilio Rizzo.
Le sarà dato un incarico molto pericoloso: accogliere e nascondere un bambino ebreo, il piccolo Isacco/Giacomo, i cui genitori sono stati deportati.
Maria crede che sarà cosa di pochi giorni, invece il bambino resta a lungo con lei, e fra i due personaggi solitari e desiderosi di calore nasce un forte sentimento, diventano madre e figlio in un racconto struggente che avrà un esito tragico.
Di fronte ai partigiani guidati dal coraggioso Rizzo ci sono i fascisti, giovani veneti che si sono schierati con la Repubblica di Salò: tra loro il giovane e inquieto Bufera, che incrocia il destino di Maria e con la quale si scontra nella fabbrica dove lavora.
Tra avventurose missioni condotte nelle terre di bonifica, arresti, rappresaglie, misteri da sbrogliare e perdite dolorose, ad accompagnare la protagonista di questo romanzo è l’acqua della Piave, con le sue sfumature di vita e di morte: mese dopo mese, anno dopo anno, Maria, proprio come il fiume, non si lascia imporre argini, facendo della libertà, del coraggio di rialzarsi e della capacità di amare la spinta che è la sola in grado di tenerla in vita.
Un romanzo questo che ha anche il pregio di far rivivere le storie di Silvio Trentin, Attilio Rizzo, dei XIII Martiri, di Monsignor Luigi Saretta, di Lucia Schiavinato e di altri nomi sconosciuti ai più, oppure solamente colti da sguardi inconsapevoli grazie alla toponomastica sandonatese.
A rappresentare il punto di partenza di questa vicenda portiamo con noi un sacco di iuta, come quelli che fabbricavano Maria e le altre operaie.
Comune di Martellago